Non serve spiegare quale periodo storico sia quello attuale. In TV e su internet non si parla d’altro, dai meme su Facebook alle chiacchiere da bar l’argomento univoco: tutto converge in un’unica discussione. Ma come si vive in Veneto ai tempi del Coronavirus?
Coronavirus in Veneto: la battuta che farà la storia
Celeberrima la battuta “noi abbiamo l’alcool che ci protegge”. Pronto per passare alla storia come il video più visto del 2020, vede un’ignara giornalista di Sky aggirarsi per i tavoli di un bar di Vò Euganeo (PD) cercando commenti allarmistici degli avventori per il bene dell’audience. Peccato non avesse messo in conto la fauna locale. Tipica scena del tardo pomeriggio veneto, la sventurata s’imbatté in un tavolino con tre ragazzi in abiti da lavoro e spritz d’ordinanza, i quali non poterono rispondere con rassicurante baldanza sugli effetti terapeutici dell’alcool.

Coronavirus e vacanze spagnole a rischio
Tutto questo accadeva in un febbraio ormai lontano, in cui si osservava tutto come una stravaganza passeggera. Il virus era ben limitato una manciata di comuni. Sui TG si vedevano assalti ai supermercati che non trovavano riscontro nella mia zona. In quei giorni la mia attività principale consisteva nel controllare il sito della Farnesina: avevo fissato un viaggio a Malaga a cui non intendevo assolutamente rinunciare, per questione di principio ben più che economica. Avevo la ferma intenzione di assaporare le calde temperature andaluse e lasciarmi alle spalle il delirio, proprio nei giorni in cui anche Francia e Germania sembravano destarsi dal trambusto nostrano. Sta a vedere che anche la Spagna avrebbe schierato le proprie forze speciali al terminal arrivi degli aeroporti sbarrandomi il passaggio?, pensavo. Nel frattempo qualche collega mi scrutava con aperta disapprovazione, addirittura dicendomi che non sarei mai riuscita a raggiungere l’aeroporto di Bergamo perché avrebbero blindato la regione. Mi feci grasse risate.

Nulla di tutto ciò accadde. L’unico rammarico delle mie vacanze spagnole furono l’aver lasciato a casa il costume da bagno. Le temperature erano ottime, la gente prendeva il sole tranquillamente in spiaggia e infilando i piedi nell’acqua del mare, decisi che mi ci sarei immersa completamente. In città il Carnevale era ancora nel vivo, il 28 febbraio si festeggiava l’Andalusia con l’entrata gratis ai musei, la sangria e le tapas sublimi, la compagnia con cui filosofeggiare perfetta e il mondo un luogo meraviglioso.
Il peggio è passato… sì, passato a prenderci
Il tempo di lasciare che il peggio passasse, pensai. Povera ingenua! Se nella mia famiglia a Vicenza, le cose proseguivano quasi tranquillamente, lo stesso non si poteva dire a lavoro in quel di Verona. Colleghi sempre più disperati sul dove lasciare i figli durante il giorno. Viaggi fissati da mesi dalle famiglie d’origine annullati. Improvvise doti culinari serali che facevano disertare la mensa a sempre più persone. Riunioni disdette. Catastrofismi vari in cui si chiedeva al vicino di scrivania, con aria indifferente, cos’avesse fatto nel weekend o la sera prima. Dall’altra parte, all’urlo di “me ne frego!”, chi continuava la propria vita con un fastidio perenne nell’ascoltare le solite cose.
L’alleato del Coronavirus in Veneto: l’ignoranza
Per quanto ammetta di aver militato nella seconda categoria, le cronache degli ultimi giorni mi hanno definitivamente convinta a un comportamento più attento. Se sulla pericolosità del virus nutra personali convinzioni, credo che il sovraffollamento ospedaliero non possa essere un elemento da trattare sottogamba, né tanto meno far correre rischi a persone già compromesse dal punto di vista sanitario.
A questo si aggiunge il vero nemico del veneto medio: l’ignoranza. Entrato in vigore nella notte il nuovo decreto legge sulla “zona arancione”, ecco i gruppi Whatsapp più disparati rinverdirsi di nuova linfa vitale. Non basta che il documento con la bozza del decreto circolasse da ore permettendo scellerate fughe dalle zone incriminate, ma che neppure questo convincesse le persone a leggere quanto visibile dal proprio smartphone.
Whatsapp ai tempi del Coronavirus in Veneto

Considerando che, al contrario della maggior parte dei genitori, la nostra categoria lavorativa sia stata oggetto di una circolare che specificasse la possibilità di congedo extra per l’assistenza a figli minori assenti da scuola, il minimo che mi aspettassi è che tale fortuna fosse letta e compresa.
E invece.
Da una chat di lavoro:
– “Sono pendolare dalla Lombardia se sto a casa devo usare le mie ferie! (i rischi del mestiere, baby).
– “Io Lombardia zona rossa non ho sintomi devo rientrare quindi poi venerdì cosa gli dico alle forze dell ordine che sto rientrando fine sett dalla famiglia e mo’ devo fare un mese a Verona?” (alle forze dell’ordine consegna anche un vocabolario insieme a patente e libretto).
– “Devo stare in quarantena forzata per zona rossa fino ad aprile!” (fingi di più la disperazione che non hai, per favore).
– “Io sono in ferie da 2 sett non ho idea cosa succede devo venire a lavorare con la mascherina?” (solo se tu abbia guardato tutte le settordici serie di “Grey’s Anatomy” e sia il sosia di Derek Shepherd).
– “Domani non si va più a Valeggio a fare quella cosa!” “Eh beh meno male è provincia di Mantova!” – “No veramente è Verona (segue screenshot di pagina di Wikipedia)” – “Scusa ragione!” (insieme al vocabolario del collega di cui sopra, consigliato sussidiario delle scuole elementari).
Audio misterioso di 4 minuti e 37 secondi che mi sono rifiutata di aprire, unico criptico commento:
– “Ma la politica non è stata più barconi e tagli su sanità” (a Salvini piace questo elemento).
A quel punto ho ritenuto doveroso intervenire nella chat puntualizzando si stesse facendo confusione, la Lombardia non fosse considerata alla stregua di Codogno e quindi cordonata, bensì la “zona rossa” per come la si conoscesse cessava di esistere per aver fallito lo scopo (contenere il virus) a favore di una “zona arancione” con restrizioni sì di movimento, ma con margini piuttosto ampi come esigenze lavorative e familiari. Il tutto con un comodo video riassuntivo.
Silenzio tombale.
Coronavirus nella chat delle amiche del paese
– “Ma hai visto i blocchi? Hanno detto che al paese XXX ci sono” (no vi prego, non anche voi!)
– “Qui neanche uno, sono appena tornata dai miei” (ma ti pare che in poche ore alzino barricate in un paesino come questo, seppur confini con la provincia di Padova?)
Inoltro anche a loro la mia spiegazione della chat dei colleghi..
– “E a sto punto a cosa serve sta cosa??? … O blocchi tutto e tutti o non blocchi niente!” (scelgo di alzare bandiera bianca).
Il consiglio per proteggersi dal Coronavirus in Veneto
Avrei voluto concludere l’articolo con un paragrafo in cui mi sarei appellata al senso civico, l’attenersi alle regole, informarsi sui canali ufficiali e non dar retta alle paure del vicino di casa o all’idiota di turno che ci scriva scemenze in chat. Invece ho appena ricevuto un avvilente messaggio da parte di un’amica responsabile dall’acquisto per entrambe del biglietto del concerto dei The Offspring, fissato per il 24 giugno.
– “Aspettiamo per i soldi, vediamo come si mette la storia del coronavirus che non lo annullino”.
Germano Mosconi, scelgo te!

18 Comments
Aussie Mazz
Sono il primo a dire che si sta affrontando l’emergenza con pressappochismo e ignoranza ma, se posso permettermi, il tono del post mi pare troppo spocchioso e arrogante, soprattutto considerando la leggerezza con cui hai valutato la questione fino a poco fa.
Prendi anche in giro chi si dispiace di dover sprecare le ferie ora anziché usufruirne in maniera proficua più avanti (si spera) quando tu stessa non volevi rinunciare a Malaga. Mi spiace, ma stavolta non sono del tutto d’accordo con il tuo articolo.
The Spritzy Witch
Prendo in giro chi si dispiaccia di dover sprecare ferie, proprio perché se avesse letto attentamente il DPCM sin dall’inizio si sarebbe accorto che non fosse affatto necessario. Inoltre, per il tipo di situazione, non si tratterebbe affatto di ferie ma congedo extra completamente estraneo ai propri giorni di riposo. Ergo, senza alcuna appropriazione o spreco delle proprie vacanze.
The Spritzy Witch
Anzi, si tratterebbe proprio di “ferie extra” oltre al proprio congedo annuale.
Aussie Mazz
Esattamente in che articolo e comma sarebbe scritto?
Perché dove lavoro io sì e parlato di ferie normalissime e non certo extra.
L’articolo 1 comma 1 lettera e parla di congedo ordinario e ferie.
Aussie Mazz
Poi il congedo sarebbe già meglio delle ferie, ma bisogna lavorare in un’azienda molto generosa perché non ne approfittino semplicemente per smaltire ferie arretrate.
The Spritzy Witch
Purtroppo lo so bene. Io continuo a sperare che a livello centrale permettano un congedo speciale, perché è inammissibile che i lavoratori costretti in una situazione NON di propria volontà sia costretta a impiegare e ipotecare i propri sacrosanti riposi annuali. Non sto seguendo la questione, ma mi auguro vivamente che a livello di sindacati ci si stia muovendo in tal senso.
Aussie Mazz
Non credo faranno qualcosa, è un’occasione troppo ghiotta. I sindacati non hanno voce in capitolo da eoni, purtroppo.
The Spritzy Witch
Troppo ghiotta per cosa…? 🥺 Non possono lasciare che le persone si prendano 40 giorni di ferie così, come un coniglio dal cappello a cilindro! Già è inammissibile la situazione di dover stare a casa per forza per via delle scuole chiuse. Ho visto i miei colleghi nel panico e non posso che dar loro ragione. Ripeto, alla fine per la nostra categoria qualcuno ha capito e ha deciso per delle misure favorevoli per chi abbia questa esigenza, ma lo trovo ingiusto. Non è mio figlio abbia più diritti del tuo solo perché il genitore svolga un lavoro differente. Questo è il mio pensiero.
Aussie Mazz
Quello che dici è giusto, ma ci sono tanti elementi a sfavore della tutela del lavoratore. Già ora molte aziende fanno le martiri per il giro di affari in calo, se un decreto le obbligasse pure a far fare più ferie ai dipendenti si solleverebbero tante di quelle accuse al governo che non se ne uscirebbe più. Si potrebbe anche parlare di congedi pagati dallo Stato o cassa integrazione speciale, ma i soldi dove si troverebbero? Così invece si ha la possibilità di aiutare le aziende facendo almeno smaltire (di fatto sprecare) le ferie e al tempo stesso non obbligarle a chiudere. Sono però d’accordo sul fatto che per la salute di tutti sarebbe meglio lasciare a casa più persone possibile, anche se chiaramente mi dispiace che si approfitti della cosa.
The Spritzy Witch
Secondo me non si tratta tanto di lasciare a casa più persone possibili, quanto di non far venire al lavoro chi obiettivamente sia impossibilitato. So bene le problematiche che può portare una normale malattia di un figlio che costringa a casa uno dei due genitori in assenza di altri parenti, figurarsi una cosa del genere che vede le scuole chiuse anche più di un mese. Non si possono lasciare bambini da soli, e per quanto controproducente e irritante per un datore di lavoro, non si può fare àltrimenti. Sta anche alla correttezza fra colleghi, credo, dire “io vengo a lavoro perché tu hai più bisogno di stare a casa”. Non risolve tutto (fra cui il problema delle ferie mangiate di cui si parlava all’inizio), ma è un fattore almeno positivo. Di sana collaborazione e tamponare un po’ un problema enorme.
The Spritzy Witch
(poi se magari scrivessi in italiano corretto sarebbe meglio, scusa 🤦🏼♀️)
Aussie Mazz
L’argomento scalda gli animi. 😁
The Spritzy Witch
È scrivere da telefono che mi frega 😂
The Spritzy Witch
Sono statale e sono uscite delle direttive apposite valevoli solamente per noi precedenti al DPCM. inoltre, l’autore di quel messaggio riteneva che essere residenti in Lombardi comportasse automaticamente la quarantena, quando non parli ovviamente di questo e soprattutto sia specificato come per esigenze lavorative gli spostamenti siano permessi. Tutto questo finché si è in buona salute, stabilito fino a una temperatura di 37.5. per quanto riguarda le ferie , mi rendo conto che per il resto dei lavoratori non sia così semplice, e proprio per questo mi indispone chi non si renda conto del “privilegio” del proprio status facendosi cogliere dal panico e non impiegando un minuto del proprio tempo informandosi su ciò che lo riguardi. Lo trovo irrispettoso.
Kikkakonekka
Io abito a Padova, e sto vivendo malissimo questo periodo, più che altro per il nervosismo che mi infonde.
Sono preoccupato, lo ammetto, perché non vedo – specialmente al lavoro – messe in pratica le norme che milioni di volte sono state elencate ovunque.
Mio figlio ha perso la gita di 6 giorni a Madrid, io ho annullato le vacanze, la vita scorre in modo irreale, con locali vuoti e diffidenza con chiunque.
No, non è un bel periodo.
The Spritzy Witch
Mamma mia. Che orrore. Sembra di leggere un post-apocalittico. E mi spiace tantissimo per la gita di tuo figlio e le vostre vacanze.
Tu abiti a Padova città? Per il momento le province di Vicenza e Verona sono zona franca, ma vedremo per quanto.
Kikkakonekka
Oggi in Azienda è un marasma generale.
Confusione massima, tutti agitati.
Massy
Anche in Lombardia c’è il buon vino che ci dovrebbe proteggere, solo che ne facciamo poco uso e questo forse ci impedisce di erigere una barriera contro il corona virus. 😀 Scherzi a parte, siamo la regione piu’ infestata d’Italia se fossimo ai tempi della grande peste nera la Lombardia sarebbe stata dichiarata lazzaretto d’Italia.