Quanto tempo si perde… a perdere tempo ? Una cosa mi accomuna allo studente alle prese con l’inizio del proprio calendario scolastico: la svogliatezza. L’autunno per me, a dispetto delle credenze, non è il momento migliore per intraprendere grandiose iniziative o ripartire a mille dopo il fantomatico riposo estivo, quest’anno un autentico miraggio. Ok, i propositi ci sono, la voglia di fare anche: centellinata, però. A piccoli, piccoli passi.
Rubo il titolo per questo post a una delle opere del mio scrittore preferito, l’inglese Jerome Klapka Jerome, un nome originale per l’autore del celeberrimo Tre uomini in barca e altri capolavori. Nei suoi libri Jerome da ampio spazio alle pigrizia, compagna fedele nella vita dell’uomo nonché temutissima origine di tutti i vizi. Nei secoli la passività è stata additata e combattuta, esaltata dalla povera gente che non poteva davvero esimersi dal “fare” e discretamente omaggiata da chi, dall’altra parte, poteva ben permettersi di navigarci a vista. Nei tempi moderni l’essere affaccendati si è tramutato in uno status symbol, in cui dimostrare di avere un mucchio di cose da fare è sintomo di importanza, vivacità intellettuale, dinamismo.
Ma è davvero così?
Da qualche decennio, fortunatamente in controtendenza, sono nate discipline amiche della calma e inviti a prendersi del tempo per se stessi. Dalla diffusione dello yoga alla mindfulness (Tatiana , a quando un nuovo workshop nei dintorni di Padova?), dalle uscite editoriali alle riviste dedicate, dall’offerta di massaggi e SPA a prezzi abbordabili al fenomeno “hygge”. Innegabile che il tutto abbia un’ampia ripercussione economica con grande interesse del mercato, ma meglio che niente. Questa è la teoria: la pratica, purtroppo, risulta ancora differente. Il “dolce far niente” o poco più viene spesso giudicato negativamente specialmente se, inutile precisarlo, a praticarlo sono le donne. Come osano, costoro, abbandonare il focolare domestico per una passeggiata in mezzo alla natura o una manicure con più di 12 secondi netti a disposizione?!
La mia replica sarebbe poco educata, quindi ve la risparmio.

Fortunatamente ho sempre alzato le spalle di fronte a queste critiche, con grande tribolazione di mia madre che mi avrebbe voluta cuoca eccellente, superba massaia, ottima padrona di casa. Basti pensare che, alla notizia di come il mio fidanzato al tempo avesse deciso di interrompere la nostra relazione dopo quasi 5 anni, il suo primo commento carico di livore fu: “è colpa tua, perché non sai fare i mestieri e preparare da mangiare!” (rassicuro il lettore: dopo averle raccontato un paio di cosette scoperte fresche fresche su di lui, cambiò decisamente parere). Ok il dovere, ma ho sempre pensato che il piacere fosse il vero motore della vita. E questo, nella campagna padana, rappresenta già di per sé un autentico pensiero sovversivo, figurarsi se a sostenerlo fosse una ragazzina!
A 30 anni (e qualcosa) il mio pensiero non è mutato.
In questo periodo trovo faticoso ingranare e mettermi seriamente a pianificare, nonostante abbia dei buoni input e idee a disposizione. Complice un periodo lavorativo incalzante, non ho passato un compleanno tranquillo e rilassante come avrei desiderato, ma il compleanno è solo un giorno e i giorni sono tanti. A tal proposito sto lasciando fluire questa stanchezza e passività, tenendo d’occhio i prezzi dei biglietti dell’aereo e idee di viaggio, perché una fuga autunnale in piena regole rientra fra le mie pianificazioni. Montagne venete, Vietnam, Colmar, ancora non ho gli elementi per decidere, si paleseranno fra qualche giorno. Nell’attesa, mi risiedo con un libro in mano alla faccia di chi, diversamente amante delle attività sedentarie, mi si è rivolto più volte con commenti scandalizzati quali “ma cosa stai lì a perdere tempo?!”
9 Comments
La Strega
Qualche anno fa ho letto un articolo che rivalutava la stanchezza e la spossatezza fisica come “sintomo” del corpo che si stava depurando: è possibile che il concetto sia applicabile anche alla stanchezza mentale, cosa dici?
La strega spritzettara
Osservazione interessante! Nel mio caso, specifico a questo periodo ma che non mancherò di osservare durante la prossima fase di “pigrite”, è la sensazione di essere satura a livello mentale. Poco riposo e una miniera di input, informazioni e stimoli egualmente interessanti di cui è difficile mettere ordine o dare le giuste priorità. Quindi si, direi che “purificazione” è un termine che trovo molto adatto! Vorrei poter schiacciare il tasto reset e ripartire alla stragrande!
Marta Albè
Eccomi a leggere il tuo post come promesso! Pensa che qui ho ritrovato lo stesso suggerimento di lettura che mi aveva dato una compagna di liceo, forse perché mi vedeva sempre indaffarata. Parlo di Tre uomini in barca – che non hp mai letto e direi che il momento è arrivato. ?
Marta
La strega spritzettara
Uuuuh ciao Marta, che piacere!!! ?? guarda, io sono di parte ma adoro Jerome. “3 uomini in barca” é un racconto, mentre “pensieri oziosi di un ozioso” un insieme di capitoli di riflessione sulla vita suddivisi per argomento. Fammi sapere quando lo leggerai, spero proprio ti piaccia!! Grazie mille per la lettura!! ?
Fra
Bellissimo e verissimo… impegnare ogni secondo della giornata e dei weekend è visto come figo, e di cinseguenza è visto come sfigato chi non si fa palestra dopo il lavoro, corsetta prima del lavoro, attività ed eventi vari le sere e i weekend.
Tutto questo mi ricorda tanto l’avvento dei cellulari …in quel tempo essere sempre raggiungibile ovunqie era uno status symbol ed era un figo chi aveva il cellulare. Oggi invece, parlo al meno per me, siamo schiavi di questo coso che ho tta le mani ora, che mi rende reperibile 24 ore su 24 i 365 giorni dell’anno. Non solo telefonate ma anchr messaggi e mail… ora per me è figo chi se ne sbatte del cellulare, degli.impegni, delle mail di lavoro.
Ecco, sono convinto che succederà la stessa cosa con l’iperattività imperante oggi
La strega spritzettara
Concordo in pieno. Tra l’altro dove abito io, in Veneto, riposare o non fare niente é visto proprio come il Male per eccellenza. Ma non ti devi neanche divertire: dovresti lavorare e basta. Ovviamente entrambe le cose non fanno assolutamente per me. Mi piace prendere le cose con calma, a costo di non fare nulla se é ciò di cui ho bisogno in quel momento! ?
Fra
Io sono di Torino ma l’abitudine a riempirsi le giornate e le serate c’è anche qua.
A me invece una serata con nulla da fare se non guardarsi un film o una serie su netflix, magari bevendo anche un buom bicchiere di vino è una goduria ?
La strega spritzettara
Esatto. Io quando mi accorgo di avere troppi impegni, ne disdico uno per fare proprio quello che hai descritto!! ?
Fra
Hehe….allora andiamo d’accordo