Oggi vi parlerò di un libro che non mi ha colpita particolarmente: La sesta moglie di Philippa Gregory – Innanzitutto io adoro le vicende familiari. Da piccola ascoltavo per ore mia nonna di quand’era bambina, domandando di raccontarmi più volte le storie che preferivo. Allo stesso modo ho una passione per gli alberi genealogici e le storie di famiglia, con una predilezioni per le teste coronate. Per queste ragioni i libri di Philippa Gregory mi sono sempre piaciuti moltissimo, specialmente la saga inerente il celeberrimo Enrico VIII, il monarca passato alla storia come “il massacratore di mogli”.
Dopo aver letto i titoli che la precedevano, quest’estate non mi sono lasciata scappare l’ultima opera tradotta in Italia dedicata proprio all’ultima moglie di questo discusso sovrano, Catherine Parr: La sesta moglie appunto, di cui conoscevo solamente quanto visto nella saga “I Tudors – Scandali a corte”, la serie televisiva che ripercorre l’omonimo periodo storico (con non poche licenze poetiche e un Enrico VIII davvero affascinante).

La trama
La nobildonna Catherine, in procinto di pregustare un matrimonio d’amore dopo due nozze combinate terminate entrambe con la vedovanza, viene costretta con enorme riluttanza a sposare il temutissimo sovrano inglese. Donna di estrema intelligenza e perspicacia, avrà il merito di riunire sotto lo stesso tetto i tre figli di Enrico (fra cui le future regine Maria “Bloody Mary” ed Elisabetta I), coltivare i propri studi e, soprattutto, sopravvivere in una corte diretta da un regnante paranoico, fetido, malato e sofferente. Ho letto il libro quasi come fosse opera di fantasia, e con non poco sgomento ho poi verificato come tutte le vicende descritte all’interno del racconto fossero storicamente accertate. Lezioni apprese: osservare il pavimento casomai qualcuno avesse fatto cadere “casualmente” una lettera che vi salverà la vita, non fidarsi troppo di nessuno, fare buon viso a cattivo gioco e riflettere. Riflettere intensamente.
Cosa ne penso davvero?

Purtroppo devo ammettere di non aver trovato in quest’opera il brio riscontrato precedentemente nella Gregory. Oltre ad alcuni refusi grammaticali che hanno reso la lettura meno scorrevole (i curatori avevano fretta di andare in spiaggia?), ho faticato a procedere col racconto. Ho incontrato spesso pagine piatte e senza pathos, aspetto che mi ha davvero stupita. Consiglio il libro per gli appassionati del genere, ma per chi non avesse ancora letto nulla di quest’autrice raccomando di starne dovutamente alla larga partendo da altro. Nonostante si tratti l’ultimo capitolo della saga, infatti, il libro è perfettamente comprensibile anche senza leggere i titoli precedenti.
Suggerisco inoltre di approfondire la figura storica di Catherine Parr, ingiustamente trascurata da secoli: una donna astuta e di grande cultura, vittima del suo tempo come la maggior parte delle donne dell’epoca ma con un’evoluzione strabiliante, purtroppo con un epilogo (spoiler!) che non avrebbe meritato.
Vi piacciono i podcast?
Se sì, vi consiglio il canale “Gocce di storia” da cui ho appreso la vita di questa nobildonna durante un viaggio in macchina davvero stimolante. Per chi preferisse i video, segnalo questo stupendo canale Youtube in italiano che tratta svariati argomenti di carattere storico con brio e passione. Non è mai troppo tardi per imparare ad amare la storia!