E’ quanto accaduto con “Occhio di gatto” di Margaret Atwood, celeberrima scrittrice canadese classe ’39 autrice dell’attualissimo “Il racconto dell’ancella”. In questo romanzo (non di primo pelo avendo visto la luce nel 1988, potete trovarlo qui) non si incontrano distopie o Repubbliche immaginarie, bensì un Canada attuale in cui Elaine, una pittrice prossima ai 60 anni, torna alla natia Toronto per una mostra a lei dedicata.
L’intera vicenda scorre nel paralellismo fra contemporaneità e flashback,
in cui Elaine ricorda la sua infanzia girovaga alla prese con un fratello maggiore, una padre zoologo e una madre poco convenzionale. La storia è spaccata in due: si può percepire benissimo la presenza di un “prima” e un “dopo”. L’evento che fa da spartiacque sono le pagine in cui, all’età di circa 11 anni, Elaine diventa oggetto di autentici atti di bullismo da parte di un trio di coetanee amiche dapprima, peggiori carnefici poi. Solamente dopo aver rischiato la vita Elaine alzerà la testa decidendo di non sottomettersi più, ma questo cambierà la sua personalità in maniera definitiva.
La bellezza di questo romanzo è l’evoluzione della protagonista,
un agglomerato di innocenza e spensieratezza nell’infanzia e di cinismo e alienazione in età adulta. Il fantasma della sua carnefice, Cordelia, la influenzerà per tutta la vita, portandola a pensare quasi totalmente a lei durante il suo ritorno nella città natale, nella speranza e nel timore di poterla nuovamente incontrare a distanza di decenni.
La trasformazione della personalità di Elaine, appena percettibile a fatti avvenuti ma evidenti col passare del tempo, rendono la storia assolutamente realistica, emozionante, incalzante.
Le pagine contenenti gli atti di bullismo sono stati per me una pallonata in pieno petto:
nonostante abbia superato da un pezzo quel che ritengo uno dei periodi peggiori della mia vita, calarmici nuovamente come spettatrice, seppur di un racconto, è stato angosciante.
E’ bizzarro come la mente dimentichi gli avvenimenti, mentre le emozioni riemergano identiche alla vista di una situazione analoga.
Quanto può fare male subire del bullismo, dove può portare, cosa può farti diventare?
4 Comments
La casa sull'albero
Ciao, sei stata vittima di bullismo?
La strega spritzettara
Ciao! Si, purtroppo si! Ero in prima media ed è stato un anno davvero pessimo specie perché scelsi di stare zitta, tenendo tutto per me. C’è da dire che al tempo non se ne parlava come adesso, e non pensai potesse trattarsi di una cosa “normale” purtroppo ampiamente diffusa. Per me si è trattato di un bullismo tutto al femminile, e come mi è capitato di leggere in un breve saggio si tratta forse del peggiore perché non ha risvolti esterni e non è visibile. Pazienza, è andata così! Ne ho appreso una lezione di vita… beninteso che promuovo assolutamente il parlare e il condividere con gli adulti quello che succede!
perseinunbuonlibro
Che bella recensione: penso che tu abbia colto alla perfezione tutti i temi affrontati in questo romanzo, ovvero il bullismo in primis, ma anche la formazione di Elaine, personaggio complesso e vivido. Mi dispiace che tu sia stata vittima di bullismo e promuovo, come te, il dialogo su questo problema. A tale proposito, ti consiglio, se non l’hai già letto, anche il bellissimo graphic novel “Jane, la volpe e io”.
Un abbraccio,
Gwen
La strega spritzettara
No, non la conosco! Vado subito a vedere com’é! Già, per fortuna é un tempo morto e sepolto, ma rileggere certi passi del libro é stato davvero intenso per me. Grazie per il commento! ?